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Puzzle Catania - Cultura

COSA SI DICE ... PER DIRE..!

Accùzza 'stu tunnu!

Accorcia questo tonno

Un modo diplomatico per far notare a qualcuno che... la sta sparando grossa! Ha origine da una vecchia barzelletta.
Due amici s'incontrano dopo tanto tempo. Uno era pescatore, l'altro cacciatore, ed iniziano a parlare dei loro successi hobbystici. Il pescatore narra l'ultima sua avventura, paragonabile al racconto di Hemingway 'Il vecchio e il mare'. Conclude dicendo che aveva tirato in barca, da solo, un tonno di oltre 13 metri..! Il cacciatore lo guarda ed inizia la sua. Prima aveva sparato ad un cinghiale ma poichè l'animale era seguito da un orso, aveva dovuto uccidere anche quello. Ma i colpi avevano fatto accorrere un guardiacaccia ed era stato costretto ad abbatterlo...
Al che il pescatore lo blocca e gli fa: 'Mpari, non vi pari ca stati esagerannu?' (Compare, non vi pare di esagerare?) E il cacciatore, flemmatico, risponde: 'Mpari, accuzza 'stu tunnu o fazzu 'na straggi..!' (Compare, accorcia questo tonno o faccio una strage!)

'A futtùta ha vèniri 'ddo cori.

L'amplesso deve venire dal cuore

Ossia, il desiderio di fare l'amore con qualcuno deve essere reciproco. Con questo detto, si indica chi fa una cosa in modo non spontaneo. In lingua italiana abbiamo: 'Cosa fatta per forza, non vale una scorza!'

Chi ci cacau, u poccu?

Vi ha defecato, il maiale?

Esclamazione spontanea verso chi, ad un tavolo da gioco ha racimolato un bel gruzzolo o che comunque mostra un rispettabile 'bottino'. E' sempre e comunque riferito al denaro e all'abbondanza.

Chissi su li peni mei..!.

Queste sono le mie pene..!

Chiaro esempio di come il dialetto catanese abbracci più significati, provocando allo stesso tempo vari malintesi. Premetto che si tratta di una storiella tramandata.
Pare che una donna non fosse molto fortunata nel rapporto di coppia. Era rimasta vedova ben 2 volte e le era appena morto il terzo marito.
A parte questo, era una forchetta insaziabile e appena poteva, mangiava.
Quella mattina, si erano conclusi i funerali, per cui, il pomeriggio, sola in casa e sicura di rimanere indisturbata, aveva preparato un bel piatto di maccheroni alla norma. Stava per trangugiare la prima forchettata quando sente bussare alla porta.
Prontamente, infila il piatto sotto l'armadio, corre a prendere lo scialle nero, assume una faccia da circostanza ed apre. Era la comare, venuta per porgerle le condoglianze. Lei, recitando un perfetto copione da addolorata, scuoteva il capo, guardando sotto l'armadio, dove nel frattempo il gatto si stava pappando uno ad uno i succulenti maccheroni..!
La comare: 'E 'bbonu cummari, chi voli fari? Chìssa è a vita. Spiddìu ri soffriri, nuzzinteddu..!' (Calmatevi, comare, cosa vuole farci? Questa è la vita. Ha finito di soffrire, poverino..!)
Al che la vedova, sbatteva il piede a terra con forza e gridava: 'Chissi su li peni mei! A unu a unu stanu squagghiannu..!' (Queste sono le mie pene! Stanno squagliando uno dopo l'altro..!)
E la comare cercava invano di rincuorarla, pensando fosse in pena per il defunto e per i mariti precedenti, ma la vedova continuava a sbattere il piede e a ripetere la frase..!
Poco chiaro il significato? Ovvio, se non si conosce il dialetto!

SPIEGAZIONE: In dialetto catanese, 'Chissi' equivale a 'Questi/e', ma... si usa anche per cacciar via i gatti..! (Chisss...) Ergo: la vedova batteva il piede e urlava 'Chissi' per allontanare il gatto dai maccheroni e il fatto che stavano squagliando uno dopo l'altro era riferito naturalmente ai suoi maccheroni..!

E tonna 'cca minchia 'ddo pupu!

Ed insiste con il pene del pupo

Per indicare chi finge di non aver capito e continua a porre gli stessi interrogativi. Tra le tanti fonti reperibili, preferisco citare quella suggerita dallo stimato Dott. Sandro Attanasio. Si dice che a Naro (AG) durante la Festa di San Calogero, un venditore tenesse in bella mostra le statuette del Santo, per uso souvenir. Una signora si avvicina e chiede:
'Quantu costa 'n pupu?' (Quanto costa un pupo).
Ovviamente, con la parola 'pupo' intendeva deprezzare la statuetta.
E l'uomo: 'Signura, non è 'n pupu, è San Caloriu..!'
La donna: 'Va bbeni, ma quantu costa?'
Il venditore: '2 liri, signura, e si potta San Caloriu 'a casa!'
La donna: '2 liri 'stu pupu accussì nicu?'
Al che l'uomo perde la pazienza: 'E tonna 'cca minchia 'ddo pupu! V'haja rittu ca è San Caloriu!'

Furìula, ca s'abbrùcia!

Girala, altrimenti si brucia

Con evidente riferimento alla frittata o similare, lo si usa per dire a chi è in torto e/o porta avanti scuse o giustificazioni che non stanno in piedi, di desistere dalcontinuare. In lingua italiana: Ti conosco, mascherina!

Luvàri l'acqua

Togliere l'acqua

Togliere l'occasione. Riappacificarsi o evitare una probabile tragedia. Portare alla normalità come quando dopo un allagamento, si riesce ad eliminare l'acqua.

Ma idda, u sapi?

Ma lei, lo sa?

Battuta sarcastica, rivolta a chi sostiene di essersi fidanzato con una bella ragazza. Ovviamente, qualcosa deve rendere evidenti le discutibili fattezze o virtù del sedicente dongiovanni.

Muzzicàrici i minni 'o riavulu

Mordere i seni al diavolo

Mettersi in una situazione pericolosa. Provocare qualcuno col rischio di gravi conseguenze.

Non sugnu 'cche causi 'a cutta!

Non sono con i calzoncini corti

E' traducibile in 'Non sono un bambino' ma anche in 'Non sono un turista'. Nel primo caso, è evidente il riferimento a che si sente preso in giro. La seconda versione invece la si usa verso un venditore che chiede un prezzo esagerato. E poichè generalmente in Sicilia, il turista porta i calzoni corti ed ha un senso diverso del valore intrinseco del denaro, qualcuno ne approfitta!

Non sugnu 'ppa paredda, sugnu 'ppa pignata!

Non sono per la padella, sono per la pentola

Altro esempio di come il dialetto catanese riesca a raggruppare più significati. Le particelle 'ppa e 'ppo, come si evince dalla traduzione, vanno tradotte in 'per la...' e 'per il/lo...' ma nel parlato potrebbe non essere facilmente inteso come normale inizio di una parola. Nel nostro caso, è bene precisare che, una delle parole più belle che si possano dire per manifestare il proprio affetto o stima verso una donna, è 'paparedda', ovvero 'paperina'. Se detta con sincerità, la frase ha il proprio effetto. Ma esistono casi, ad esempio dopo una lite, in cui lui ha torto marcio e tenta di addolcire (pigghiari 'cco bonu) la donna. E siccome, come ben sappiamo, le donne sono più razionali di noi uomini, ecco subentrare la risposta elusiva, che tende a sviare e rendere inutile il falso complimento.

Pari ammuzza 'o criatoriu!

Sembra un'anima del purgatorio!

Sarebbe corretto dire o' priatoriu. Proprio come in napoletano. La frase serve ad indicare un'anima in pena, ossia una persona che, in vari modi, soffre, è sola e/o attende invano un aiuto.

Pìgghiula 'dda tagga!

Prendilo, quel numero di targa!

Lo si dice per invitare i presenti ad osservare il posteriore di una bella passante.

Sai unni si cucca 'u sceccu!

Sai dove si corica l'asino!

E' rivolto a chi non ha problemi esistenziali, nè economici. In sintesi, colui che a Catania viene definito: 'Unu tranquillu'.

Ti pari ca haju 'a ùccula 'nto nasu?

Credi che abbia l'anello al naso!

Ossia 'Mi hai preso per un aborigeno?'. Lo si dice a chi vuole nasconderci con scuse e menzogne, delle verità chiaramente intuibili e evidenti. E' chiaro il riferimento all'ingenuità dell'aborigeno, che veniva conquistato da specchi e vetri colorati..!

U me cani, prima di mangiàrisi l'ossu, si talìa 'u culu!

Il mio cane, prima di mangiare l'osso, si guarda il culo

Ossia, controlla se sarà poi in grado di espellerlo per vie naturali..! Con questa frase, si invita alla riflessione chi si assume un impegno senza esser certo di poterlo mantenere o, altro esempio, chi chiede compensi esagerati per portare a termine lavori i cui risultati, alla fine, potrebbero non giustificare il compenso pattuito.

U pisci 'ddo mari, è natu 'ppi 'ccu si l'ha mangiari!

Il pesce del mare è nato per chi lo deve mangiare

Equivale a dire: 'Ogni cosa è voluta dal destino'. Confesso che, da sempre, detesto questo detto. E' talmente ovvio che potrebbe essere sostituito in qualsiasi modo. Per dirla meglio, potrebbe anche non esistere, ma lo cito perchè viene largamente utililizzato da chi ha poca dialettica. Io l'ho definito 'il detto dei rassegnati'..!

Vacci lisciu!

Vai liscio!

Ossia, non farci caso, infischiatene, ignoralo. Come si dice nel gioco della briscola, dove 'andare liscio' significa rispondere con una scartina (carta senza valore).

Vasci i coppa!

Bassi, i colpi!

Esistono varie interpretazioni, ma la più quotata vuole essere una sorta di freno a chi, esagerando, minaccia in modo spropositato, racconta esperienze poco credibili o si vanta di doti improbabili..! Per cui, gli si consiglia di tenere bassa la canna del fucile, per evitare che le 'pallottole-minchiata' possano colpire qualcuno.
Una variante è 'Allinculu st'autru saccu' ossia 'Riempilo quest'altro sacco'. Ovviamente, di minchiate! 'Vasci i coppa' viene anche usata per invitare un individuo che sta utilizzando un linguaggio triviale, alla moderazione. Specialmente al sopraggiungere di donne e/o bambini.

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